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Sovrappeso e Obesità. Rischi connessi e consigli pratici.

Il sovrappeso, o la condizione di obesità, che potremmo definire come un’evoluzione del sovrappeso stesso, trascurando i segnali di allarme che il nostro corpo ci sta comunicando, è una condizione non fisiologica, che può determinare nel tempo gravi danni alla nostra salute.
Nella maggior parte dei casi, tranne in rarissimi casi di patologie genetiche, questa condizione viene ad instaurarsi a causa di uno stile di vita scorretto, con un’alimentazione non equilibrata sia nella quantità che nella qualità. Questo per indicare subito che l’obesità è una condizione che è ampiamente prevenibile, e dipende principalmente dal nostro stile di vita.

Un indicatore che è utilizzato per la valutazione e differenziazione tra sovrappeso e obesità, è il BMI (Body Mass Index), cioè l’Indice di Massa Corporea (IMC), utile in studi su insieme di popolazione.
Si ottiene dividendo il peso (espresso in Kg) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri).

È un indicatore che ha dei limiti, in quanto non considera la struttura del corpo, larghezze delle spalle, del bacino, la massa muscolare, quindi fornisce delle informazioni incomplete, ma è evidente che in una condizione di normotipo un IMC alto corrisponderà alla presenza di una percentuale di massa grassa elevata.

Nello specifico i valori soglia:

  • 16-18,49 SOTTOPESO

  • 18.5-24,99 NORMOPESO

  • 25-29,99 SOVRAPPESO

  • 30-34,99 OBESITÀ CLASSE I (lieve)

  • 35-39,99 OBESITÀ CLASSE II (media)

  • > 40 OBESITÀ CLASSE III (grave)

Educazione-Alimentare

L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale.
Negli ultimi decenni c’è una costante crescita della prevalenza dell’obesità nei paesi occidentali, sia nell’età infantile e pediatrica, sia nella popolazione adulta, aumenta il rischio e la conseguente comparsa di diverse patologie croniche.

Una sfida molto importante degli ultimi anni è cercare di ridurre l’obesità infantile, che ha una forte correlazione con patologie quali diabete di tipo 2, asma, problematiche legate all’apparato muscolo-scheletrico, problematiche cardiovascolari, altre patologie metaboliche, oltre a poter creare problematiche sociali e psicologiche.
Purtroppo, non ci sono stati cambiamenti in positivo, e quindi riduzione dei tassi di obesità infantile negli ultimi anni, anche se qualche segnale positivo lo possiamo leggere, principalmente nell’appiattimento della curva della prevalenza dell’obesità infantile.
Questo è da ricercare nello stile di vita, dalla scelta di alimenti sempre più densamente energetici, e di qualità nutrizionale bassa, questo è maggiormente vero in classi sociali a basso reddito, dove la scelta di alimenti a basso costo è percentualmente maggiore.
Per comprendere meglio la problematica riporto una ricerca dell’Health Behaviour in School-agend Children, riferita a dati italiani del 2018. Il campione di studenti di 11, 13 e 15 anni, ha mostrato come il 17% di ragazzi è in sovrappeso ed il 3,5% è in condizioni di obesità.

I dati della PASSI, ente di sorveglianza coordinato dal ISS, (istituto superiore di sanità) mostrano come nella popolazione adulta tra i 18 ed i 69 anni il tasso di eccesso ponderale arriva sino al 43% circa, con il 32% circa in sovrappeso ed un tasso di obesità al 11% circa.
Cercare di trovare un’unica causa che sia responsabile dell’istaurarsi di eccesso ponderale è difficile, è piuttosto interazione tra differenti componenti comportamentali, sociali, metaboliche a determinare questa condizione.

Un aspetto su cui bisogna riflettere è sicuramente lo stile di vita, per stile di vita intendiamo ad esempio attività lavorativa sedentaria, spostamenti anche molto brevi con macchina o mezzi di trasporto, utilizzo di ascensore costantemente, tempo libero speso in modo sedentario, come vedere la TV, giochi digitali preferiti a giochi fisici, assenza di attività fisica costante nella settimana, alimentazione squilibrata spesso con utilizzo in eccesso di cibi energeticamente molto densi.

È evidente che cercare di cambiare queste abitudini, andando verso uno stile di vita meno sedentario, attivo con l’introduzione di un’attività fisica moderata e costante, associato ad una corretta alimentazione, è il miglior modo di prevenire o anche regredire una condizione di eccesso ponderale, con il beneficio di ridurre in modo importante il rischio dell’insorgenza di patologie croniche. Le complicanze del sovrappeso o peggio obesità possono essere sia immediate, con difficoltà motorie, affanno, disturbi del sonno con apnee notturne, impossibilità a praticare attività fisica, oltre che sociali.

Nel lungo termine le complicanze sono ben più gravi, avendo un’associazione ad elevata mortalità, ed aumento dei rischi di insorgenza di patologie cardiovascolari, che ricordo essere una delle principali cause di morte, come l’ictus, infarto, ischemie, ipertensione, oltre che altre patologie croniche come il diabete di tipo2, sindrome metabolica, problematiche muscolo scheletriche, artrosi degenerativa o altre, oltre che alcune forme di tumori, in particolare colon retto, rene, colecisti, prostata, mammella, endometrio.

Il trattamento del sovrappeso ed obesità consiste nella perdita di peso, più specificatamente nella riduzione di tessuto adiposo, in quanto perder peso non è sinonimo di dimagrimento, questo è un aspetto importante da tenere in considerazione per un corretto calo ponderale, in cui deve esserci il mantenimento della massa muscolare, e la riduzione della massa grassa.
La dieta intesa come dietoterapia per la risoluzione dell’eccesso ponderale deve essere personalizzata in base alle condizioni di partenza, patologie o disturbi in essere; tuttavia, possiamo dare delle indicazioni in linea generale di corretta alimentazione.

Un’alimentazione equilibrata e bilanciata, deve prevedere l’utilizzo in quantità ottimali di carboidrati, proteine e grassi che non devono essere esclusi.

Nello specifico preferire cereali integrali, come pasta integrale, riso venere, orzo, farro, o pseudo cereali come quinoa, teef, grano saraceno, legumi, anche se sono un’ottima fonte di proteine vegetali.

Utilizzo quotidiano di verdura fresca di stagione, frutta fresca di stagione. L’utilizzo di fonti proteiche magre di alto valore biologico, si animali che vegetali.
L’utilizzo di grassi preferibilmente di origine vegetale mono o poli insaturi, come olio extravergine di oliva, frutta a guscio, semi oleosi, pesce azzurro ricco di omega 3, come sardine alice, sgombro, e ridurre il consumo di grassi saturi di origine animale.

Limitare bevande gasate e zuccherate, prodotti industrializzati ricchi di zuccheri semplici, insaccati, prodotti dolciari, alcool.
Alcune indicazioni schematizzate:

  • Limitare il consumo di grassi e zuccheri, molto abbondanti soprattutto nei cibi confezionati e nei soft drink

  • Aumentare il consumo di verdure, legumi, cereali integrali e, in generale cibi freschi, non processati

  • Seguire una dieta variata, riducendo le porzioni, nel caso in cui si voglia perdere peso

  • Limitare l’alcol, che oltre ad essere nocivo alla salute degli organi, è anche un’importante fonte di calorie, senza apportare nessun vantaggio nutrizionale

  • Non ricorrere al cibo come genere di conforto, nel caso in cui ci si senta depressi o giù di corda

  • Dare ai bambini un buon esempio in materia di alimentazione; i figli di genitori obesi tendono a loro volta ad avere problemi di peso

  • Fare una regolare attività fisica: gli adulti dovrebbero fare almeno 30 minuti/giorno per 5 volte/settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata (camminare a passo veloce, andare in bicicletta, nuotare, ballare); i bambini almeno 60 minuti/giorno; nel caso in cui si desideri perdere peso, il livello di attività fisica dovrà essere gradualmente incrementato.

Un’abitudine importane da acquisire è la pratica sportiva che apporta numerosi benefici al nostro stato di salute.

Si può cominciare gradualmente, soprattutto se si è sedentarie, sino ad arrivare a raggiungere la pratica di attività fisica moderata e costante, della durata di 30 minuti al giorno per 5 giorni a settimana, o comunque riuscire ad arrivare a 180 minuti di pratica sportiva nella settimana. Quello che è di fondamentale importanza è trovare un equilibrio personale, tra stile di vita alimentazione e sport, che ci permetta di mantenere e migliorare il benessere ed il nostro stato di salute, nel più lungo tempo possibile.

A cura del dott. Simone Lepre

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