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Dolore Cervicale. Classificazione e trattamento fisioterapico.

Il dolore cervicale rappresenta una delle prime cause di disabilità nel mondo ed è uno dei disturbi muscolo-scheletrici più studiati dalla comunità scientifica; nonostante ciò, la sua incidenza nella popolazione globale è in costante aumento e ciò rappresenta una grande sfida per i fisioterapisti.

Nonostante sia uno dei disturbi più studiati in letteratura, è presente ancora molta confusione in merito alle differenti tipologie di dolore cervicale e al trattamento riabilitativo da adattare alle diverse condizioni e alle caratteristiche specifiche del paziente.

Innanzitutto, è opportuno definire che con “dolore cervicale” si intende un dolore riferito nella zona delimitata dalla scapola in basso, dalla linea nucale superiore in alto (dove inizia il cranio) e lateralmente dai trapezi superiori.

 

  • Classificazione e valutazione:

Esistono molte classificazioni del dolore cervicale in letteratura; negli ultimi anni è emerso il termine NAD (Neck pain and associated disorders) per classificare le diverse tipologie di dolore cervicale in 4 sottocategorie (NAD I, II, III, IV). Per semplificare, in questo articolo utilizzeremo una classificazione complementare al NAD che consiste nel suddividere il neck pain in due sottocategorie: dolore cervicale specifico (NAD III e IV) e dolore cervicale aspecifico (NAD I e II).

  • Dolore cervicale specifico (NAD III e IV)

Il dolore cervicale specifico è caratterizzato da una presentazione clinica correlata a patologie non di competenza fisioterapica e che quindi richiede una visita del medico specialista che sarà in grado di fornire le indicazioni terapeutiche adeguate. Sarà compito del fisioterapista, attraverso l’analisi delle informazioni ricavate dall’anamnesi, capire se il paziente potrà avere beneficio o meno dal trattamento fisioterapico o se fare un invio al medico specialista per approfondire il quadro clinico.

  • Dolore cervicale aspecifico (NAD I e II).

Diversamente, nel dolore cervicale aspecifico (la maggior parte dei pazienti) la sintomatologia dolorosa non è riconducibile a una causa pato-anatomico e biologica definita. Questo non significa assolutamente che la problematica non esista o sia riconducibile solo a una sensazione del paziente; infatti, sarà necessario avere uno sguardo molto più ampio senza basarsi solo ed esclusivamente su alcuni esami strumentali (RX o RMN), ma andando a valutare i diversi impairment fisici e funzionali che il paziente presenta. Ad esempio, sarà importante soffermarsi nella valutazione sia su alcuni trigger muscolari che possono riprodurre il dolore del paziente, sia su alcune alterazioni funzionali tra cui: qualità e quantità di movimento del collo, riduzione della forza muscolare, alterazione del controllo motorio, riduzione della resistenza muscolare. Non da escludere sono anche alcune componenti psicologiche, tra cui disturbi del sonno, paura del movimento etc.

Dopo un’attenta valutazione sarà impostato il piano riabilitativo personalizzato in base alle informazioni raccolte, a cui seguirà un monitoraggio costante seduta per seduta per adeguare sempre il programma riabilitativo. Non saper distinguere con chiarezza quale sia la fonte anatomica responsabile del dolore non significa non essere “specifico” con il trattamento riabilitativo che andrà cucito su misura per il paziente.

 

  • Trattamento:

In cosa consiste il trattamento fisioterapico? Anche in questo caso, la letteratura scientifica ci viene in aiuto andando a individuare tre grandi aree di intervento complementari: l’educazione del paziente, la terapia manuale e l’esercizio terapeutico. La gestione del dolore cervicale viene infatti definita “multimodale”.

  • Educazione:

È importante sottolineare come la chiarezza comunicativa sia un alleato fondamentale e imprescindibile per instaurare una buona relazione terapeutica. Il paziente arriva dal fisioterapista con un bagaglio di dubbi, domande, convinzioni in base alle sue esperienze; il compito del fisioterapista è quello di spiegare al paziente cosa sta succedendo, quali sono i meccanismi e i motivi in base a cui si prova dolore e soprattutto spiegare cosa sta facendo e perché durante la seduta. La riabilitazione è un processo in cui il paziente è il protagonista attivo e quindi ogni scelta terapeutica va condivisa con il paziente.

  • Terapia manuale:

Quest’ultima è composta da un ampio insieme di tecniche manuali erogate dal fisioterapista. Può portare svariati effetti benefici al paziente con dolore al collo che vanno analizzati nello specifico. Innanzitutto, è opportuno sottolineare che la letteratura scientifica evidenzia che la terapia manuale ha effetti benefici soprattutto nel breve e medio termine (nelle prime settimane di trattamento) in quanto può favorire una riduzione del dolore e migliorare il movimento articolare. Di conseguenza, in una fase acuta con un dolore molto intenso la terapia manuale può essere un validissimo alleato. Tecniche di trazione, traslazione, mobilizzazione cervicale, trattamento dei trigger point e dei tessuti molli, manipolazioni HVLA possono essere utilizzate dal fisioterapista. A questo, si può anche associare l’utilizzo di alcuni elettromedicali come la Tecar-terapia che possono aiutare per la riduzione del dolore.  

L’errore grave è quello di focalizzarsi esclusivamente sulla terapia manuale e non concentrarsi sulle altre problematiche rilevate in anamnesi (tra cui per esempio deficit di forza e resistenza muscolare, alterazioni di controllo motorio) su cui la terapia manuale non rappresenta la corretta scelta terapeutica.

 

  • Esercizio terapeutico:

Una volta superata la fase acuta e ridotta la sintomatologia dolorosa, è molto importante costruire un programma di esercizio terapeutico che vada ad agire sulle diverse problematiche funzionali riscontrate in anamnesi. L’esercizio terapeutico rappresenta il gold standard di trattamento fisioterapico in quanto è in grado di promuovere non solo un miglioramento del dolore a lungo termine ma anche di migliorare la funzionalità, la qualità di vita e la partecipazione della persona alla vita sociale.

Per fare un esempio, nella quasi totalità delle problematiche cervicali di tipo aspecifico, la muscolatura profonda del collo presenta uno stato di debolezza e concorre ai meccanismi dolorosi sperimentati dal paziente. Per migliorare ciò, solo un programma di esercizio per la muscolatura profonda del collo basato sul sovraccarico progressivo (come per qualsiasi altro muscolo) potrà aiutare il paziente a migliorare.

 

Per concludere, questa breve guida ha lo scopo di fornire una panoramica generale su una delle problematiche muscolo-scheletriche più diffuse nel mondo, un breve quadro sulla classificazione e sulla valutazione di questo problema e una breve illustrazione delle tipologie di trattamento fisioterapico consigliate. Il consiglio è quello di rivolgersi sempre al medico specialista che saprà fornirvi il piano di trattamento più adeguato o direttamente al vostro fisioterapista che sarà in grado di fornire il percorso riabilitativo più adatto alle vostre esigenze.

 

 

A cura del dott. Pietro Guarinoni

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